"Vieni e seguimi" così si sentì dire da Gesù, Pier Giorgio Frassati, uno come noi, come tanti di noi. Non ci pensò due volte, il figlio dell’Ambasciatore d’Italia a Berlino e del fondatore della "Stampa" di Torino, per rispondere alla chiamata. Piergiorgio in fondo cercava qualcosa di nuovo dalla vita e Cristo sembrò subito essere "il nuovo", l’indelebile, la persona da amare per tutta la vita, per tutta l’eterrnità. Il Frassati è vissuto solo 24 anni, ma questi anni sono stati un crescendo verso "Colui che ci ha creati e ci ha amati con tenero amore" come diceva Santa Chiara.
Quando era ad un passo dalla Laurea in Ingegneria mentre assisteva alcuni ammalati, Piergio si ammala improvvisamente. Era morta da poco la nonna ed i suoi genitori come al solito lo rimproveravano per essersi ammalato proprio quando bisognava darsi da fare per i funerali della nonna stessa. Pier Giorgio questa volta non scherza, è ammalato sul serio, peggiora di ora in ora, all’insaputa di tutti vive un dramma interiore, si rende conto che gli sta venendo incontro "sorella morte", come diceva San Francesco. Nel giro di due giorni il Servo di Dio è completamente paralizzato per una poliomelite fulminante, contratta nell’assistere i malati; in poche ore, senza che ci si possa rendere conto di ciò che sta per accadere Pier Giorgio muore.
È il 5 Luglio 1925.
Ai suoi funerali c’è tutta Torino. Tanti e tanti poveri, con addosso tanti capi di vestiario che erano stati di Piergiorgio e che lui aveva donato con cuore aperto e sincero. Famiglie intere, anziani, bambini, giovani. I genitori di Pier Giorgio, sgomenti dal dolore, restano sorpresi.
Quanti rimproveri per quel figlio che tornava a casa in ritardo per il pranzo o la cena, talvolta senza scarpe o il cappotto; che usciva presto al mattino, che frequentava circoli culturali e sociali, molti di volontariato, quel ragazzo, terziario domenicano, innamorato di Dio, devoto alla Madonna del Santuario di Oropa e della Consolata nel cui Santuario ogni mattina si accostava alla Santa Eucarestia.
Tranne i genitori, tutta Torino conosceva bene Pier Giorgio, un giovane moderno, aperto ai problemi sociali, che praticava lo sport, iscritto alle associazioni politiche, sociali e di volontariato, ma anche un giovane profondamente credente, nutrito del messaggio evangelico, appassionato nel servire i fratelli e consumato in un ardore di carità verso i poveri, gli ammalati, i sofferenti, i disadattati.
Una vità nella carità quella di Pier Giorgio. Su e giù per Torino sempre a piedi, perchè i soldi del tram li dava in elemosina. E poi di corsa nelle farmacie per comprare le medicine per i suoi ammalati. E così ogni giorno, fin quando, ancor giovane e sorridente, il Signore lo ha definitivamente chiamato nella sua gloria lasciando come esempio da imitare, un giovane bello, felice, sorridente, sportivo, impegnato, un giovane innamorato di Cristo. PIERGIORGIO FRASSATI, uno come noi, come tutti quanti noi, un giovane che ha saputo aprire gli occhi, staccarsi dal solito "andazzo", non si è fatto condizionare dalla vita quotidiana ricca di trappole e di illusioni, ma ha saputo offrire se stesso per cercare le cose più necessarie della vita, quelle che ti fanno sorridere per il bene degli altri, quelle che hanno permesso ad un uomo comune di scalare la montagna delle beatitudini, quello che ha spalancato le porte all’umanità con il suo esempio di Santità: "anche un uomo comune come Pier Giorgio Frassati può farsi Santo, come il Signore ci vuole!
"Vieni e seguimi" disse Gesù a Pier Giorgio Frassati e Pier Giorgio rispose come voleva Gesù, nella Chiesa, con la Chiesa. Egli vive la sua spiritualità entrando a far parte di associazioni cattoliche pur essendo ancora giovanissimo e tra queste ricordiamo l'Azione Cattolica, la Fuci, la Conferenza di S. Vincenzo ed il Terzo Ordine Domenicano. Vive a contatto con preti, frati e suore dalle quali riesce ad avere un solido sostegno di fede per percorrere agevolmente la strada che va diritta al Signore. Pier Giorgio legge tanto e tra questi testi mette al primo posto Vangeli e vite di Santi e tra questi S. Paolo e S. Agostino, i grandi Santi delle Conversioni. Le lettere di San Paolo sono per lui la parola quotidiana da portare ai suoi ammalati, ai suoi poveri, ai barboni di Torino.
Tutto questo dopo la S.Messa al mattino dove egli viveva l’appuntamento quotidiano con l’Eucarestia e poi la scuola fino all’Università. Il resto della giornata era tutto un prodigarsi di carità un continuo correre in farmacia per prendere le medicine ai malati, un continuo donare le sue cose per aiutare gli altri, un continuo prodigarsi in varie associazioni affinchè tutto venisse fatto nell’onestà e nel rispetto dell’altro. Ma Pier Giorgio era anche un gran compagnone, fonda infatti tra i suoi amici la "Compagnia dei tipi loschi" un gruppo che amava anche passare le giornate all’aria aperta, scherzando e cantando.
Quante uscite con i suoi amici sulle Alpi e quante S. Messe preparate da Pier Giorgio al loro arrivo in cima, alle 7 del mattino, dopo essere partiti da Torino a notte fonda. Era un suo pallino infatti predisporre la mensa affinchè il loro compagno sacerdote potesse celebrare la S. Messa prima di iniziare lo svago.
Ecco Pier Giorgio, un giovane che aveva capito che fare la carità significava donare se stesso, perchè la vita è un dono concessoci dal Signore e che bisogna regalare per il Signore. Ma a soli 24 anni Pier Giorgio si ammala di poliomelite contratta assistendo persone ammalate. Pier Giorgio è ammalato sul serio ma non vuole impensierire i genitori già presi da tanti impegni. Pier Giorgio nella sua breve vita aveva sempre cercato di non urtare la sensibilità di papà e mamma, spesso sull’orlo della crisi coniugale. Per questo aveva preferito rinunciare al suo amore per Laura Hidalgo, sua compagna di studi, perchè proporla come fidanzata avrebbe creato dissapori in famiglia. Questa volta però Pier Giorgio si affida solo al Signore accettando la Sua volontà. Vive silenziosamente l’aggravarsi del male ma nel giro di due giorni il Servo di Dio è completamente paralizzato per una poliomelite fulminante, contratta nell’assistere i malati; non c’è neanche il tempo di organizzare le cure. Pier Giorgio in poche ore rende la sua bella anima al Signore.
È il 5 Luglio 1925.
Ecco Pier Giorgio Frassati, un uomo come tutti gli altri, un giovane come tanti ma con la presenza del Signore dentro di se. All’appuntamento con la schiera celeste degli Angeli e dei Santi, quando il Signore lo chiama a Se, Pier Giorgio non solo ha la lucerna accesa, ma con quella luce illumina tutto il mondo mostrando un esempio di fede, amore, carità e dedizione. Il Signore ha voluto che Pier Giorgio rimanesse giovane nel cuore di migliaia di giovani di Azione Cattolica e di altri movimenti. In Italia molti circoli, oratori e ospedalieri sono a lui intitolati. I giovani fanno a gara per imitarlo. Questo è Pier Giorgio Frassati, il giovane che ha voluto vivere in prima persona le beatitudini evangeliche, innamorato di Gesù, attento interprete dei messaggi di San Paolo e di San Francesco d’Assisi, devotissimo della Madonna. Un giovane come tanti di ieri e di oggi, che ha scelto la strada dell’amore per il prossimo fino a farsi Santo, una proposta d’amore che Pier Giorgio, il giovane PierGiorgio, fa ancora oggi a tutti coloro che lo prendono per mano per vivere la propria vita nella maniera migliore, lontano dalla materialità e dalle tentazioni, abbracciando Cristo in vita, per stare con Lui, proporlo ad altri come scelta giusta di vita e restare assieme a Lui per tutta l’eternità.